In fondo alla Via Madonna delle Grazie, a Ragusa, dove finisce la strada carrabile e inizia il sentiero che conduce alla strada vicinale n.210 “Scassale-Cimitero”, sorge una minuscola chiesetta di circa 4 per 6 metri in pianta, la cui storia merita di essere ricordata.
Comunemente nota come Santuario della Madonna delle Grazie e oggi appartenente alla parrocchia dell’Ecce Homo, venne costruita alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso per volontà del soldato ragusano Emanuele Poidomani, guarito dalla malaria contratta sul fronte greco-albanese durante la Seconda guerra mondiale.
In realtà, la devozione alla Madonna delle Grazie in quel luogo risaliva ad almeno un secolo prima, all’estate del 1837 per l’esattezza, allorché un’epidemia di colera colpì la città, con l’edificazione, quale atto di devozione e affidamento, di un’edicola votiva, una “fiuredda” a Ragusa, a poca distanza da una fossa comune dove sarebbero state sepolte molte delle vittime di quell’epidemia.
La devozione, tuttavia, “esplose” a Ragusa nel 1918, col restauro della “fiuredda” da parte di un altro soldato ragusano nato nel 1891, Carmelo Iacono, rimasto gravemente ferito il 16 giugno del 1916 in un combattimento durante la Prima guerra mondiale, che volle altresì arricchirla con un quadro su lamierino raffigurante la Vergine col Bambino.
Quella stessa notte, la sorella Nunziatina sognò di vagare tra le tombe di un cimitero su una collina, dove trovò il fratello morto. Abbracciatolo, si allontanò raggiungendo un tratto in piano ove era un’edicola distrutta con un quadro della Madonna e, ai piedi, un piccolo Crocifisso. Lì, una voce le disse: “La grazia è fatta! Ma, ricordati, voglio che risorga la mia edicola in questo stesso posto”.
Dopo pochi giorni, la famiglia ricevette comunicazione della morte del congiunto, avvenuta il 16 giugno sul fronte italo-austriaco. Il 24 giugno, giorno della prevista sepoltura, Carmelo fu trovato ancora vivo e implorante aiuto.
Dopo una lunga degenza in ospedale, a Firenze, rientrò a Ragusa dove, nel 1918, insieme alla sorella Nunziatina ricostruì l’edicola.
Negli anni Venti, però, la “fiuredda” venne demolita durante i lavori di costruzione del nuovo acquedotto comunale, che si protrassero per un decennio circa, afferente a una rete di distribuzione idrica cittadina di circa 30 chilometri.
Dalle sorgenti lungo le cave dell’altopiano, le acque venivano convogliate in potenti impianti di sollevamento che le rilanciavano verso i grandi serbatoi di approvvigionamento nelle zone alte della città, tuttora funzionanti e utilizzati.
Fortunatamente, Carmelo Iacono riuscì a salvare il dipinto, che è tuttora custodito all’interno dell’odierna chiesetta, … del piccolo Santuario!
Fonti:
1. Cartello informativo antistante al piazzale della chiesetta.
2. Articolo di “Agenzia Sir” dal titolo “La storia del piccolo santuario in cui è venerata la Madonna delle Grazie”, pubblicato il 24 giugno del 2019 su InsiemeRagusa.it (https://www.insiemeragusa.it/2019/06/24/la-storia-del-piccolo-santuario-in-cui-e-venerata-la-madonna-delle-grazie/).