(ripreso dal vecchio blog Sikeloi.net, 2010)
Il 21 marzo 2000, quando Muci, la madre, li partorì nel ripostiglio della cucina, erano in tre.
Il più minuto, tigrato a bande strette, morì dopo pochi giorni. Non ha mai avuto un nome.
Gli altri due, tigrati a bande più larghe, da piccoli erano indistinguibili (solo col tempo avremmo notato che uno sembrava che avesse la punta della coda spezzata, come il padre).
Non riuscendo ancora a individuarne il sesso, temporaneamente li chiamammo Johnny il bello e faccia d’angelo!
Nomi troppo lunghi, che ben presto furono abbreviati nei definitivi Gionni (scritto proprio così!) e Angelo.
Entrambe femmine! Con nomi maschili!
A sei mesi, fummo costretti a lasciarli a mare, presso la casa di villeggiatura dei miei suoceri. Scendevamo da loro almeno tre volte a settimana, la sera, anche se diluviava.
Muci sparì ben presto.
Angelo si adattò bene alla vita libera, era nella sua indole. Ebbe diverse cucciolate e, dopo alcuni anni, non la vedemmo più.
Gionni non aveva la stessa capacità di adattamento, era più domestica. Una volta, rimase chiusa all’interno di un garage che era stato aperto per pochi minuti dalla proprietaria di passaggio, a centinaia di metri da casa. La ritrovai dopo quattro o cinque giorni e … fui costretto a forzare un pochino la saracinesca …! Ma la raddrizzai! Tornando verso casa, Mariella, che ci seguiva con la sua cinquecento di allora, mi descrisse poi come stesse rigorosamente rasente alla mia gamba, con la coda ritta ad antenna, felice.
Un paio di mesi dopo, verso aprile, dovette essere investita, perché la ritrovammo col bacino fracassato e una zampetta priva di sensibilità. Il veterinario ne suggerì l’amputazione, ma Mariella volle tentare con fiale di gangliovet. Tornò definitivamente a casa, a Ragusa, e fu la sua fortuna!
Forte delle spiegazioni del veterinario, mi occupai io di farle la prima iniezione: Mariella la teneva in braccio, io la sollevai e le infilai l’ago. La soluzione finì sulla parete della cucina: l’avevo trapassata!
Quella fu la mia prima e, finora, unica iniezione a essere vivente!
Mariella fu molto più brava e, pian piano, recuperò gran parte della funzionalità dell’arto.
Da inizio luglio 2005 a metà gennaio 2006, rimase forzatamente fuori, a Ragusa, per la nostra assenza. Ma la ritrovai subito, in cortile, dove era stata accudita da alcuni cari vicini. La figlia Muci (come la nonna!), no, non la ritrovai.
La notte dorme con me, ogni tanto struscia il suo musetto sul mio viso o sulla mia bocca e, se per le 6 del mattino non dovessi essere ancora alzato, batte la sua zampetta sulla mia testa: ha fame!
È serena e io ne sono felice.
Gionni si avvicina al suo undicesimo compleanno, la prossima primavera. Io spero possa vivere ancora a lungo.
Ma, quando sarà, mi auguro che davvero esista un posto dove possa andare a giocare con la mamma Muci, con Angelo, col fratellino o sorellina che non ha mai avuto un nome, con la figlia Muci, con gli altri che ho avuto e che lei non ha neanche conosciuto, Totò, Leo, Faustino, Gelsomino, Miù, Finfi e tutti gli altri.
Ma, soprattutto, dove possa giocare con Mariella!