(adattato dal vecchio blog Sikeloi.net, 2013)
… «ci sono persone che non hanno bisogno di messe, come Giorgetto, … e Mariella è una di queste» …!
La frase più bella che abbia mai udito!
Alcuni anni orsono, non trovando di meglio, mi rivolsi al parroco di una chiesetta vicino casa, la mia parrocchia credo, per una messa di suffragio.
Uno squallore unico, … neppure un po’ di pietas! Immagino che, per lui, quella celebrazione fosse solo una camurria!
All’uscita, amici e familiari si accorsero di come avessi quasi le lacrime agli occhi.
Non dissi nulla, … nel seguito, semplicemente, costui non è più esistito! Talvolta, quando lo incrocio per strada, ode la mia voce, da lontano …
Fu in quell’occasione, comunque, che mia madre mi disse … «ci sono persone che non hanno bisogno di messe, come Giorgetto, … e Mariella è una di queste» …!
Giorgio, Giorgetto, era il fratello di mia madre, l’ultimo di sette figli, tre maschi e quattro femmine. Era affetto da sindrome di Down.
Visse quasi sessanta anni … ed ebbe una buona vita!
Merito, innanzitutto, di mia nonna, … fece di tutto (e ci riuscì!) per renderlo, alla sua morte, pressoché autonomo e autosufficiente.
Mi raccontava di come altre mamme, nelle sue stesse condizioni, le si rivolgessero con parole del tipo … «’ama jutu ‘nte prufissuruna, quannu a za ‘Lisa nni putia ‘nsignari tuttu»!
Da lei imparai che le persone affette da trisomia 21 hanno bisogno di essere trattate con estrema dolcezza. Se hai da negar loro qualcosa, se devi dir loro di no, … puoi farlo, … se è per il loro bene, devi farlo, ci mancherebbe, … ma sempre ragionando con loro, argomentando o anche solo simulando di farlo. Mai con durezza o con categoricità.
Capitava che Giorgetto mi chiedesse, … a me che ero uno re’ niputa ro cori, passavo i pomeriggi con lui al mitico bar Mediterraneo dei miei diciotto, vent’anni …, capitava che mi chiedesse cose impossibili da farsi, o che era meglio tener lontane: … «viri, Giorgittulu, secunnu mia ……. Tu cchi ni piensi?»! Era pressoché scontato che mi desse ragione e mi seguisse!
Prima del Mediterraneo, aveva iniziato a frequentare una sorta di oratorio, a Ragusa Ibla, sotto la guida di un sacerdote, non sono certo del suo nome, in odore di santità prima ancora della sua morte.
A me, purtroppo, ne è rimasto un ricordo non bellissimo, per via di un episodio cui assistetti.
È così, … basta un episodio banale, insignificante, il più insignificante, il meno rappresentativo del reale modo di essere di una persona … e te ne fai un’impressione sbagliata. Oggi, dopo tanti anni, sono certo che sia andata così!
Avrò avuto una quindicina d’anni. Come spesso accadeva, passavo un pomeriggio a casa di mia nonna.
Suonarono al portone, … andai ad aprire …
Esauriti i convenevoli, mia nonna fu informata di come Giorgetto avesse avuto uno scatto di nervosismo, quasi di ira, nei confronti di altri ragazzi dell’oratorio e di come, detta qualche parolaccia (… particolare di importanza fondamentale! …), fosse corso via. Da quell’episodio, poi, non vi era più tornato!
Era successo, in realtà, che alcuni degli altri ragazzi lo prendessero in giro, … ‘u ‘bbuffiniaunu … e che egli, a un certo punto, non avesse più retto! Non volle più tornarci … e fu così che nacque la mitica avventura del Mediterraneo!
Mi nonna, guardandolo con un sorriso dolce e rivolgendosi a lui con altrettanta dolcezza, gli disse semplicemente … «ma che male può esserci se Giorgetto dice una parolaccia, gliela lasci dire! E, se non vuole più venire, non viene, … non lo possiamo costringere!».
Al sacerdote in odore di santità, dopo una timida replica, non restò che andare via, … non so quanto convinto dalle parole di mia nonna, … ma non restò che andare via!
Il bar Mediterraneo, quindi!
Un mito di ottocento metri quadri, così tanto affollato di tavolini e di ragazzi che, a volervisi fare un giro, ci si impiegava un’ora buona! E don Paolo che non poteva neppure obbligarci a consumare, … non era facile muoversi in quella bolgia! Così sempre, tutti i giorni. Tranne il lunedì, giorno di riposo!
Se il miracolo del Mediterraneo si avverò, il ringraziamento e la gratitudine vanno alle tante persone che fecero in modo che ciò accadesse! Al responsabile di allora, … ai banconisti, … a don Paolo, alla signora della cassa, … a Franco il pasticcere, oggi magnifico, sublime chef! Alcuni di loro, purtroppo, sono già andati via …
Giorgetto non sapeva né leggere, né scrivere.
Ma sapeva riconoscere e contare i soldi … tanto da saper stare, all’occorrenza, anche alla cassa!
E conosceva le ore, … prendeva, da solo, l’autobus che, dopo pranzo, lo portasse a Ragusa alta e, alla sera, quello che lo riaccompagnasse a Ibla!
Era un’istituzione, al Mediterraneo, e sono certo che la stragrande maggioranza delle persone gli volesse davvero bene.
Un carnevale, vi si ballò! Io, con un abito da donna e una maschera da vecchia befana, mi accompagnavo al partner di quella speciale occasione, il mio amico Gianni, con abito nero, maschera raffigurante un teschio e capelli biondi, lunghi, realizzati con canapa da idraulico!
Ballammo e ci divertimmo da matti, in mezzo ad altre centinaia di persone. A un certo punto, qualcuno dovette scambiarmi per una vera ragazza, iniziò a farmi delle avance e, dopo un iniziale stare al gioco, dovetti togliermi la maschera … per chiarire la situazione …!
Giorgetto ballò e si divertì insieme a noi!
Tutto ciò non toglie che vi fossero … i soliti imbecilli.
Qualcuno, forse, sol perché infastidito dalla sua presenza …
Altri …
Non mancarono gli episodi di ammanchi dal suo borsello, né tentativi, … chissà quanti ne riuscirono …, di intrufolarsi a casa sua.
In un’occasione, alcuni fratelli, noti pregiudicati che si alternavano con regolarità nelle patrie galere, non ricordo cosa pretendessero o di cosa lo minacciassero. Nell’incoscienza dei miei vent’anni, mi intromisi … e iniziò una sorta di schermaglia da lontano … «ricitici a so’ niputi ca cci finisci mali», … «m’a sùcunu», … e via discorrendo …
Non credo proprio che io riuscissi a intimorirli, … probabilmente fui capace di generare in loro giusto una sorta di perplessità, di curiosità, vista la mia determinazione. Non risolvendosi la cosa, ne parlai a mio padre, … conosceva il loro, di padre, una bravissima persona che, a ogni arresto di uno dei figli, non andava al lavoro per la vergogna! È morto da anni, immaginerei di crepacuore. La questione, comunque, finì lì!
Credo che mia madre non lo abbia mai saputo, … magari lo scoprirà leggendo queste righe!
Contrariamente a quanto si possa comunemente e superficialmente credere, chi è affetto da sindrome di Down non necessariamente, … anzi, quasi mai …, è un incapace.
Oggi, non è raro trovare ragazzi che arrivino al diploma e trovino un lavoro. In alcuni casi, che proseguano negli studi.
Cinquanta, sessanta anni fa, … non era così!
Eppure, gli sentii dire a mia madre … «ti pari ca nunn’u capisciu ca nun sugnu com’all’autri?» …!
Quando il Mediterraneo, anni dopo, chiuse, Giorgetto fu accolto presso la sala di un barbiere, sempre lì, in Via Roma. Lo tenne con sé, con fraterno affetto, donandogli altri anni di vita piena e vissuta!
Ma già non era più lo stesso, … gli anni, per lui, passavano più velocemente, … gli acciacchi e le inevitabili patologie legate al suo stato si avviarono al galoppo. Perdette un occhio e, via via, andò spegnendosi!
Non è più tra noi da una ventina d’anni, poco più.
Ma il suo ricordo vive ancora nei tanti che lo conobbero. Talvolta lo ricordiamo con Franco, il pasticcere del Mediterraneo di allora, oggi magnifico chef, con tenerezza mista a nostalgia!
Lo portano nel cuore e lo ricordano nelle loro preghiere le sorelle, … mia madre e le mie zie!
Ma chiunque lo conobbe e lo rispettò, ha imparato qualcosa, anche solo ad amplificare la propria sensibilità e la disponibilità verso l’altro!
Mia nonna era solita dire … «ringraziamo il Signore che ci ha mandato Giorgetto»!
Ecco, pur con le innegabili difficoltà che una condizione di diversità necessariamente induce, mi verrebbe da dire che la sua esistenza sia stata una fortuna, una grazia.
Se non altro, … per chi lo amò!