I miei primi contatti con Pippo Scianò risalgono alla tarda estate del 2010.
Sgradevoli episodi mi spinsero a ricercare la vera Storia e a conoscere meglio le vicende della mia terra, documentandomi anche sui movimenti sicilianisti e indipendentisti.
Nella mole di materiale recuperata, articoli, interviste, estratti, video e quant’altro di personaggi più o meno credibili e che, in alcuni casi, non disdegnavano di atteggiarsi per le telecamere, mi imbattei in alcune videointerviste a due … “vecchietti” che si distinguevano per la loro discrezione, l’umiltà, la pacatezza e la signorilità dei modi, la semplicità e l’eleganza nel modo di esprimersi, la competenza mai arrogante che traspariva dalle loro parole.
Non sapevo chi fossero, ma mi piacquero da subito! Fu così che mi misi a cercare e a trovare altro materiale che li riguardasse, articoli, saggi, … scoprendo poi che altri non erano che il prof. Corrado Mirto, già docente di Storia Medioevale all’Università di Palermo, unanimemente considerato il massimo esperto di storia del Vespro, ‘u ziu come lo chiamava affettuosamente il caro Giovanni Basile, la cui umanità e la disarmante semplicità si esaltavano nella figura dell’accademico di fama mondiale; e il dottor Giuseppe Scianò, … Pippo Scianò, l’indiscusso e il più carismatico leader indipendentista degli ultimi cinquant’anni, la cui fine conoscenza della Storia della Sicilia andava di pari passo con obiettività e capacità di critica ed era forse inferiore soltanto alla signorilità e alla naturale eleganza dei modi, al rispetto che sempre e comunque manifestava per gli altri, al di là di posizioni e colori.
Sono stati loro i miei Maestri, coloro che hanno ingenerato in me la curiosità per la Storia vera della Sicilia, incidendo un solco indelebile nello sviluppo di un pensiero libero.
Incuriosito e attratto, mi procurai in rete il numero di telefono della storica sede del Fronte, ‘u Frunti, in Via Brunetto Latini 26 a Palermo, e chiamai!
Ricordo ancora la dolce voce del caro Giovanni Basile, persona umile, buona, sensibile e colta, da autodidatta divenuto eccelso matematico, cultore di Storia della Sicilia e raffinato poeta in Lingua Siciliana (Le poesie di Giovanni Basile), divenuto il segretario informale, la spalla di Pippo Scianò. Alla mia richiesta imbarazzata se fosse possibile conferire col segretario nazionale, magari previo appuntamento, la sua risposta fu banalmente … «un attimo che glielo passo»!
Con mio stupore, mi ritrovai a parlare immediatamente con Pippo, la cui semplice e pura affabilità, la gioiosità nel porgersi e nell’accoglierti mi apparvero incredibili!
Avemmo modo di sentirci più volte in quelle settimane e mesi e, ogni volta, non mancava occasione che io imparassi qualcosa della Storia più recente o passata della Sicilia.
Quando, finalmente, gli dissi che intendevo iscrivermi al Fronte, diventarne attivista, e gli chiesi se vi fosse una quota o che altro da versare, semplicemente mi disse … «non chiediamo soldi, non sarebbe giusto, vi sono persone che non riescono ad arrivare a fine mese e noi dovremmo chiedere loro dei soldi?».
Seppi, così, che era direttamente lui a pagare, senza dirlo o vantarsene, affitto, spese varie di tipografia e quant’altro e imparai l’umile bellezza del dare qualcosa se puoi farlo e se ritieni di potere e volere essere d’aiuto, in piena e assoluta libertà!
A marzo del 2011, Pippo fu invitato a tenere un seminario a Comiso, vicino a Ragusa, la mia città.
Così, andai a prenderlo all’arrivo alla stazione dei pullman, in Via Zama.
Io lo conoscevo, avevo visto sue foto, ma lui ovviamente non aveva idea del mio, di aspetto. Ne riconobbi la sagoma solitaria e umile che mi attendeva paziente nel suo loden verde, con in testa un basco dello stesso colore, capelli lunghi, baffoni bianchi e basettoni, una vecchia borsa portadocumenti sotto al braccio!
Lo accompagnai al B&B che gli era stato prenotato a Ragusa Ibla, in Piazza Duomo, e poi ci spostammo a Comiso.
In sala, poche persone. Senza alcun cenno di insofferenza o fastidio, Pippo semplicemente ringraziò i presenti e, con l’umiltà, il garbo e la passione che lo contraddistinguevano, tenne una splendida lezione di storia!
Nelle settimane, mesi e anni che seguirono, andai spesso a Palermo, alle riunioni del Fronte.
Seicento chilometri tra andata e ritorno, sette, otto ore complessive di macchina, per il puro piacere di stare con Pippo, ascoltarlo e imparare da lui; per ascoltare e scherzare con il professore Mirto, il caro Corrado che mi onorò della sua amicizia e del suo smisurato affetto; per abbracciare Giovanni Basile, il “caro amico e fratello siciliano”, come egli stesso mi definì in una dedica, o Francesco Marsala, il mio amico Franco, forse l’unico che avrebbe potuto degnamente rilevare, un giorno, il testimone di Pippo …
Fu in quelle occasioni che mi stupii anche nell’incontrare e chiacchierare con Jordi Miró di Estat Català, o con Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione, amici di quel vecchio Fronte ma, soprattutto, amici ed estimatori di Pippo, per le sue idee e posizioni certamente, ma ancor più per la persona che sempre era stata.
Gli incontri a Enna, poi, o le riunioni a Modica in quello che una volta era l’Hotel Bristol, dove Corrado, per parte di madre modicano a metà, amava trascorrere le sue estati.
Che tempi, … che persone, … tra i più bei ricordi certamente degli ultimi quindici anni almeno!
Due rimpianti mi restano verso Pippo, ne abbiamo spesso parlato e spesso ne parliamo ancora con Franco.
Il primo, non avere avuto forse noi l’ardire, il coraggio di dirgli di sì quando, ormai stanco, volle fare un passo indietro e cercava qualcuno di fiducia che ne prendesse il posto.
Il secondo, averlo sentito fino a pochi mesi dalla sua dipartita, ma non essere riuscito a fare una capatina a Palermo per abbracciarlo un’ultima volta!
La sera del 23 agosto scorso, Pippo Scianò ci ha lasciati!
Anni addietro, volli appuntarmi un vecchio commento di un lettore … «Pur non condividendo parte delle idee del dott. Giuseppe Scianò, ritengo egli uno dei pochissimi galantuomini rimasti in politica; una risorsa che la Sicilia dovrebbe senz’altro utilizzare (ma non mi illudo)», parole semplici e anonime che danno un’idea della persona, dell’uomo Pippo Scianò, “il patrimonio prezioso di un intero Popolo”, come ci piacque definirlo con Franco Marsala.
Aggiungerei, di un Popolo ignaro e inconsapevole …
Ciao Pippo, magari un giorno ci racconterai il resto della Storia …
A N T U D U !
(alla siciliana, come mi hanno insegnato Pippo Scianò e Corrado Mirto, con la U finale al posto della O, espressione formalmente inesatta ma più vera e vicina al modo di esprimersi di un popolo fiero nei secoli, ma forse un po’ digiuno di Latino!)