(adattato dal vecchio blog Sikeloi.net, 2014)
Nella convinzione che in essa si nascondessero truppe tedesche, la mattina del 15 febbraio del 1944 ebbe inizio il bombardamento e la conseguente distruzione dell’Abbazia di Montecassino, da parte di alcune centinaia di bombardieri alleati.
Alla fine dei combattimenti, che causarono decine, forse centinaia di vittime tra i civili, il generale francese Alphonse Juin concesse in premio cinquanta ore di libertà ai suoi goumier, soldati marocchini inquadrati nell’esercito francese.
Assai civilmente e nel pieno rispetto del diritto bellico e di tutte le convenzioni internazionali, questi ultimi non trovarono di meglio da fare che darsi a furti, violenze, stupri. Soprattutto stupri, quelli che sono passati alla storia ciociara come le marocchinate! Un rapporto inglese parlerebbe di «donne, ragazze, adolescenti e fanciulli stuprati per strada, di prigionieri sodomizzati, di ufficiali evirati». Entravano nelle abitazioni per prelevare le donne, lasciando spesso a terra padri, fratelli e chiunque tentasse di opporsi.
Il numero esatto degli stupri non è mai stato determinato, ma si stima che essi siano stati non meno di tremila, in tutta la Ciociaria!
Non fu questo, però, l’unico o il primo caso del genere. La storia si ripete sempre!
Tra gli atti emanati dal governo dittatoriale e prodittatoriale di Giuseppe Garibaldi, in Sicilia, il decreto numero 100 del 16 luglio del 1860 autorizzava la costituzione di una Legione ungherese, attiva sino al 1867, alcune migliaia di mercenari che si sarebbero particolarmente distinti nelle atrocità commesse durante l’invasione del Sud!
Il 6 luglio del 1861, a Montefalcione, in provincia di Avellino, prese l’avvio un’insurrezione popolare in chiave antipiemontese, che si propagò ai centri vicini.
Gli scontri culminarono, il 9 luglio, in una strage di civili nella vicina Montemiletto, a opera di contingenti della Legione ungherese e del Regio Esercito italiano. Tra le vittime, Giuseppe D’Amore, tredici anni!
Il giorno successivo, un altro centinaio di civili fu giustiziato a Montefalcione.
Il 28 luglio del 1861, si era riunito ad Auletta, piccolo centro del salernitano, un nutrito gruppo di rivoltosi, contadini, soldati del disciolto esercito borbonico, gente delusa dai garibaldini e dai piemontesi.
L’esercito sabaudo intervenne con un contingente di bersaglieri, affiancato da una squadra della Legione ungherese. Messi in fuga i ribelli, nella mattinata del 30 luglio, i militari si accanirono sui civili, con saccheggi e stupri, nei quali pare si siano distinti soprattutto i mercenari ungheresi!
Un centinaio le vittime. Tra di essi, il parroco settantenne Giuseppe Pucciarelli, massacrato con il calcio di un fucile.
Il 14 agosto 1861, come atto di rappresaglia per l’uccisione di 41 soldati sabaudi, civili innocenti vennero giustiziati nel cosiddetto (e dimenticato, nei libri di storia!) massacro di Pontelandolfo e Casalduni. Non se ne conosce il numero esatto, ma le stime più attendibili oscillano tra quattrocento e un migliaio.
Dalla testimonianza di un soldato, … «Al mattino del giorno 14 ricevemmo l’ordine di entrare nel paese, fucilare gli abitanti, meno i figli, le donne e gli infermi, e incendiarlo. Subito abbiamo cominciato a fucilare … quanti capitava, indi il soldato saccheggiava, e infine abbiamo dato l’incendio al paese, di circa 4.500 abitanti. Quale desolazione … non si poteva stare d’intorno per il gran calore; e quale rumore facevano quei poveri diavoli che la sorte era di morire abbrustoliti, e chi sotto le rovine delle case. Noi invece durante l’incendio avevamo di tutto: pollastri, pane, vino e capponi, niente mancava» …!
Molte le donne stuprate, prima di essere uccise.
Il giorno dopo, il colonnello Pier Eleonoro Negri così riferiva telegraficamente al generale Cialdini: «Ieri mattina all’alba giustizia fu fatta contro Pontelandolfo e Casalduni. Essi bruciano ancora.»!
Tra gli ufficiali ungheresi più famosi, Lajos Tukory, che comandò l’attacco alla città di Palermo, il 27 maggio del 1860, ove trovò la morte.
Alla sua memoria sono dedicati, a Palermo, Corso Tukory e una caserma dell’esercito, in Corso Calatafimi!
István Türr fu generale di divisione e, poi, governatore di Napoli!
La storia ufficiale parla, invece, di un migliaio di avventurose e valorose camicie rosse, comandate da un affascinante generale biondo, sul suo bianco destriero!