Questo blog risale alla fine del 2010. Nel suo piccolo e benché fosse nato per esclusivo diletto personale e amatoriale, in meno di un anno riuscì a raggiungere e superare le diecimila visite. Rimasto forzatamente chiuso per un quinquennio, nel 2020 mi fece piacere riproporlo, anche se in un formato decisamente più scarno e con un’attività molto meno spinta. Ogni tanto recupero, rielaboro e pubblico qualcosa dal vecchio archivio, in cui riposano quasi duecento pezzi!
Eppure, non ricordo di aver mai accennato più di tanto alla mia città, alle sue origini e alla sua storia.
Tesi maggioritaria ne ha fatto risalire l’origine del nome al periodo bizantino, con successive variazioni in epoca araba, fino all’aragonese Ragusia e, quindi, all’attuale Ragusa.
Già dalla metà dell’Ottocento, però, fu timidamente avanzata l’ipotesi che il suo nome potesse derivare dalla progressiva trasformazione del greco Heraea, a sua volta proveniente dal nome dell’antica città sicula Hybla Heraia, in Hereusium, Reusium, Reusia, nell’arabo Rakkusa, l’aragonese Ragusia e, infine, Ragusa (Filippo Garofalo, Discorsi sopra l’antica e moderna Ragusa, Stabilimento Tipografico di Fr. Lao, Palermo, 1856).
Il maggiore ostacolo alla validazione di questa ipotesi, tuttavia, era rappresentato dalla difficoltà di pervenire a un’ubicazione della città che fosse certa o, perlomeno, ragionevolmente accettabile.
Si ha notizia, infatti, di più Ible in epoca sicula, tra il 1000 e il 300 a.C. circa, con denominazioni varie che spesso si intrecciano e si confondono tra loro. In alcuni casi, addirittura, non coincidono neppure le notizie riportate dalle fonti più antiche.
Quella che segue, quindi, è solo una delle possibili ricostruzioni. Ritengo, però, che sia al momento la più verosimile e aggiornata, suffragata dai riscontri più importanti.
Megara Hyblaea, l’unica finora identificata con certezza vicino all’attuale Augusta, forse la Hybla Major di cui parla Stefano di Bisanzio, geografo bizantino del VI secolo d.C..
Hybla Gereatide, probabilmente la stessa Hybla Geleatide o Galeotide citata da Tucidide, che taluni hanno voluto individuare in Gela, ma che si tende meglio a identificare nell’odierna Paternò. Anch’essa potrebbe essere la Hybla Major che altri indicherebbero, invece, in Paliké, la capitale dei Siculi.
Hybla Heraia, forse la Hybla Minor di Stefano di Bisanzio, che in molti vorrebbero coincidesse con l’attuale Ragusa Ibla, la parte antica di Ragusa, altri invece con l’antica Paliké nei pressi di Pantalica, altri ancora con Piazza Armerina …
Hybla Heraia, dunque!
Di certo, fu attaccata a più riprese dai greci di Nicia, ma invano.
Nel 491 o 490 a.C., vi trovò probabilmente la morte lo stesso Ippocrate, secondo tiranno di Gela, dopo averla a lungo assediata.
Nel 450 a.C. fu la volta di Falaride, tiranno d’Agrigento, a essere malamente respinto, grazie anche all’intervento dell’alleata Kamarina.
E fu forse proprio Hybla Heraia la Ibla, citata da Diodoro Siculo in Bibliotheca historica, che non si sottomise a Ducezio in quella syntèleia che lo rese, di fatto, l’ultimo sovrano dei Siculi.
Poco più di una trentina di anni orsono, verso la fine degli anni ottanta, una persona a me molto cara fu incaricata della progettazione e direzione dei lavori di realizzazione di alcuni campetti sportivi, da realizzarsi in un terreno adiacente ai Giardini iblei di Ragusa Ibla, all’estremità orientale della città.
Approvato il progetto, iniziarono i lavori. Neppure il tempo di iniziare … e furono immediatamente sospesi per il rinvenimento, appena sotto il piano campagna, di reperti archeologici stratificati su più livelli.
Al di sotto di quelli più superficiali, datati al XV secolo d.C. e riferibili al periodo aragonese, ne furono rinvenuti altri del II secolo d.C., di epoca romana.
Ma la scoperta più sensazionale, forse inattesa, riguardò i resti di un antico insediamento siculo databile al VII, forse VI secolo a.C..
Ad oggi, essa sembra testimoniare come Hybla Heraia sorgesse davvero sullo stesso sperone roccioso dell’odierna Ragusa Ibla, capace di rinascere dopo il devastante terremoto del 1693 e che probabilmente fu, quindi, anche una delle più fiere e orgogliose tra le antiche città sicule.
Allo stesso tempo, ha aquistato decisa credibilità l’ipotesi ottocentesca secondo cui il nome stesso di Ragusa deriverebbe dalla progressiva trasformazione di Heraia in Heraea, Hereusium, Reusium, …
Ora, per sentito dire, mi consta che, in occasione del rinvenimento di taluni reperti archeologici o comunque d’interesse storico, si sia rivelato più comodo e conveniente far finta di nulla, andare avanti, nella migliore delle ipotesi ricoprire il tutto, nella peggiore … farlo sparire del tutto!
Fortunatamente, però, c’è ancora chi sceglie di fare la cosa giusta, chi vuole potersi guardare serenamente allo specchio.
Ma questa è un’altra storia!
(foto Arturo Frasca, 19 novembre 2023)
(foto Arturo Frasca, 19 novembre 2023)
(foto Arturo Frasca, 19 novembre 2023)
(foto Arturo Frasca, 19 novembre 2023)
(foto Arturo Frasca, 19 novembre 2023)
(foto Arturo Frasca, 19 novembre 2023)